La popolazione dell'UE al 1º gennaio 2022 è stata stimata a 446,7 milioni di abitanti. I giovani (da 0 a 14 anni) rappresentano il 15,0 % della popolazione dell'UE (cfr. tabella 1), mentre le persone considerate in età lavorativa (15-64 anni) rappresentano il 63,9 % della popolazione. Le persone anziane (di età pari o superiore a 65 anni) avevano una quota del 21,1 % (un aumento di 0,3 punti percentuali (pp) rispetto all'anno precedente e un aumento di 3,1 punti percentuali rispetto ai 10 anni precedenti).

L'età della popolazione dell'UE è in aumento ed era di 44,4 anni il 1º gennaio 2022 (cfr. figura 2). Ciò significa che la metà della popolazione dell'UE aveva più di 44,4 anni, mentre l'altra metà era più giovane. In tutti gli Stati membri dell'UE l'età mediana era compresa tra i 38,3 anni a Cipro e i 48 anni in Italia, confermando le strutture demografiche relativamente giovani e relativamente anziane registrate in ciascuno di questi Stati membri. L'età mediana nell'UE è aumentata di 2,5 anni (in media di 0,25 anni all'anno) tra il 2012 e il 2022, passando da 41,9 anni a 44,1 nel 2021 e 44,4 anni nel 2022. È aumentato in quasi tutti gli Stati membri dell'UE, aumentando di 4 o più anni in Spagna, Portogallo, Grecia, Italia e Slovacchia, ma non in Svezia, dove è diminuito (da 40,8 anni nel 2012 a 40,7 anni nel 2022). 

In Italia meno di tre persone in età lavorativa per ogni persona di età pari o superiore a 65 anni

I rapporti di dipendenza dall'età possono essere utilizzati per studiare il livello di sostegno dato alle persone più giovani e/o anziane dalla popolazione in età lavorativa; questi rapporti sono espressi in termini di dimensioni relative delle popolazioni più giovani e/o più anziane rispetto alla popolazione in età lavorativa. Il rapporto di dipendenza vecchiaia per l'UE era pari al 33,0 % il 1º gennaio 2022 (cfr. tabella 2), c'erano poco più di tre persone in età lavorativa per ogni persona di età pari o superiore a 65 anni. Il tasso di dipendenza dalla vecchiaia variava in tutti gli Stati membri dell'UE da un minimo del 21,3 % in Lussemburgo e del 23,1 % in Irlanda, con quasi cinque persone in età lavorativa per ogni persona di età pari o superiore a 65 anni, a massimi del 37,5 % in Italia, del 37,4 % in Finlandia e del 37,2 % in Portogallo, con meno di tre persone in età lavorativa per ogni persona di età pari o superiore a 65 anni. 

(Fonte: Eurostat, gennaio 2023)

Con numeri così, che evidenziano una tendenza all'aumento dell'età media della popolazione, l'allungamento della vita e un sempre maggior numero di anziani all'interno della popolazione, è fondamentale prevedere un supporto psicologico al fianco di quello prettamente medico. E' importante, quindi, che gli psicologi siano preparati ad affrontare i soggetti di questa fascia d'età, consapevoli delle caratteristiche e delle necessità dell'anziano sotto tutti i punti di vista

Esiste una formazione specifica per gli psicologi che hanno come utenza l'anziano, che si focalizza su: valore e significato dell'essere anziano, inquadramento della situazione politica e sociale dei servizi e degli interventi, principali patologie psicogeriatriche, etica e qualità della vita, caregiving, valutazione diagnostica, possibili trattamenti farmacologici e non farmacologici. Una formazione completa include anche la conoscenza di altri elementi caratterizzanti la condizione anziana, quali vissuti di perdita, disabilità, dolore e malattie potenzialmente letali, vissuti che si presentano anche nei caregiver informali (quasi sempre familiari) oltre che nei caregiver formali (operatori che lavorano a stretto contatto con l'anziano.

I percorsi di APL studiati per chi vuole dedicarsi all'utenza anziana:

- Master in Psicogeriatria;

- Protocollo Mindfulness "Mindfulness-based Elder Care (MBEC)".