Natale e il rapporto con il cibo: come l’MB-EAT può aiutare a vivere le feste con consapevolezza
Le festività natalizie rappresentano per molti un periodo di celebrazione e convivialità, dove il cibo assume un significato simbolico, sociale e culturale: è il fulcro delle tradizioni familiari e un mezzo per celebrare e connettersi; tuttavia, può trasformarsi in una fonte di stress per chi fatica a gestire impulsi alimentari o vive un rapporto conflittuale con il cibo e il proprio corpo.
Capita spesso di osservare pazienti che, pur desiderando un rapporto più equilibrato con il cibo, si trovano a fare i conti con impulsi difficili da controllare durante i pasti festivi. La disponibilità continua di alimenti ad alta densità calorica, unita alla pressione di “assaggiare tutto” e alla convivialità esasperata, può portare a veri e propri episodi di abbuffate.
Questo contesto rappresenta un'importante occasione per esplorare e intervenire sulle dinamiche psicologiche ed emotive che influenzano il comportamento alimentare.
Il Mindfulness-Based Eating Awareness Training (MB-EAT), ideato da Jean Kristeller, è un protocollo evidence-based che utilizza la mindfulness per aumentare la consapevolezza del comportamento alimentare. Attraverso pratiche di meditazione, l’MB-EAT aiuta a riconoscere le proprie sensazioni corporee legate alla fame e alla sazietà, a distinguere la fame fisiologica da quella emotiva, e ad esplorare le motivazioni che ci spingono a mangiare.
Le sfide principali che si manifestano durante il periodo festivo riguardano:
· L’abbondanza e l’ipersollecitazione alimentare: l’elevata disponibilità di alimenti e l'incoraggiamento a mangiare abbondantemente durante le feste, possono generare una difficoltà nel riconoscere e rispondere adeguatamente ai segnali di fame e sazietà. Questa situazione può essere spiegata attraverso il modello del mindless eating, in cui automatismi e impulsi prendono il sopravvento, rendendo difficile distinguere la fame fisiologica dalla fame emotiva, portandoci così ad alimentarci senza riflettere.
· L’alimentazione emotiva come strategia di coping: durante le feste, emozioni come la solitudine, lo stress familiare o la malinconia possono portare a usare il cibo come strumento per regolare lo stato emotivo. Questo fenomeno è particolarmente comune in chi fatica a trovare modalità alternative di auto-regolazione, o in individui che hanno difficoltà nell'esprimere o comprendere le proprie emozioni.
· Il senso di colpa e la disregolazione post-festiva: il concetto di restrizione cognitiva, ossia l'imposizione di regole rigide sull'alimentazione, può portare, dopo un'eventuale trasgressione, a sperimentare senso di colpa o giudizi severi verso sé stessi. Questo spesso innesca un circolo vizioso in cui emozioni negative alimentano ulteriori comportamenti disfunzionali legati al cibo.
L'MB-EAT offre strumenti efficaci per affrontare le sfide alimentari tipiche delle festività natalizie, favorendo consapevolezza e autoregolazione. La mindfulness aiuta a gestire i comportamenti alimentari in modo equilibrato, riducendo l'influenza degli automatismi e delle emozioni intense.
In particolare, interrompe il circolo del "mindless eating”: insegna a rallentare il consumo e a focalizzarsi sulle sensazioni fisiche del pasto, distinguendo la fame fisiologica da quella emotiva. Inoltre, supporta l'autoregolazione emotiva, aiutando a gestire stress, solitudine o conflitti familiari senza ricorrere al cibo per compensare le emozioni.
Infine, promuove l'auto-compassione, riducendo il giudizio e il senso di colpa legati agli "sgarri" alimentari. In questo modo, il cibo torna a essere un piacere da vivere serenamente, senza cadere nel circolo vizioso delle restrizioni e compensazioni.
L'MB-EAT si rivela uno strumento prezioso che gli psicologi e gli psicoterapeuti possono integrare nel loro lavoro, in particolare durante il periodo natalizio, quando le sfide legate al cibo sono più evidenti. Aiutando i pazienti a sviluppare consapevolezza del loro comportamento alimentare e a regolare le proprie emozioni, l'MB-EAT offre un’opportunità concreta per lavorare su difficoltà alimentari ed emotive, riducendo il rischio di abbuffate, alimentazione emotiva e sensi di colpa.
L'integrazione dell'MB-EAT nella pratica psicoterapeutica non solo favorisce il benessere psicologico, ma contribuisce anche a migliorare il rapporto dei pazienti con il loro corpo e con l'alimentazione. Così facendo, il cibo non diventa più un campo di battaglia emotivo, ma un elemento di piacere e connessione, vissuto senza giudizio o restrizioni autoimposte.