La psicoterapia basata sulla mindfulness è centrata intorno alla nozione che la consapevolezza sia fondamentalmente curativa. Essa attinge direttamente ed indirettamente dalle tradizioni psicologiche buddhiste e occidentali ed è saldamente radicata nella comprensione che attraverso la pratica della mindfulness ciascuno di noi abbia la possibilità di connettersi più profondamente con la propria salute, capacità di auto-regolazione e saggezza intrinseca.

Mindfulness è un costrutto singolo o sfaccettato?

Sati è il termine pali maggiormente utilizzato nei testi buddhisti per riferirsi a quella che oggi viene chiamata in inglese mindfulness, ma fin dalle sue origini la sati e le pratiche ad essa associate sono state intese in maniere molto diverse dalle scuole associate alle principali tradizioni buddhiste Hinnayana, Mahayana e Vajrayana.

Le definizioni di consapevolezza abbondano nell’attuale discorso psicologico e includono costruzioni di consapevolezza sia come un singolo fattore generale che come un costrutto multidimensionale, che secondo Baer comprende sfaccettature relativamente indipendenti ma correlate.

Jon Kabat-Zinn descrive quindi la mindfulness come “la consapevolezza che emerge prestando attenzione intenzionalmente, nel momento presente e senza giudicare al dispiegarsi dell’esperienza momento per momento”.
Al contrario, Ruth Baer e i suoi colleghi interpretano la consapevolezza come multiforme e hanno sviluppato il primo questionario che definisce la consapevolezza in termini di quattro abilità: agire con consapevolezza, osservare, descrivere e accettare l’esperienza senza giudicare.
Di importante rilievo per la psicoterapia basata sulla mindfulness è la prospettiva in cui la mindfulness viene intesa come una forma intra-personale di sintonizzazione che promuove un attaccamento sicuro. Siegel vede la mindfulness come una pura forma di consapevolezza riflessiva caratterizzata da curiosità, apertura, accettazione e amore. L’apertura intenzionale e la riflessione su tutte le esperienze con curiosità e accettazione, consente una conoscenza diretta del processo di conoscenza e un’autocomprensione che è trasformativa. Questo aspetto di meta-consapevolezza della mindfulness è ora considerato centrale nello sviluppo della funzione esecutiva auto-regolatoria della mente.

Utilizzo della Mindfulness in psicologia e psicoterapia

A partire dagli anni ’60, gli approcci orientali, in particolare la meditazione, sono stati esplorati in relazione alla psicoterapia occidentale. Negli ultimi due decenni il potenziale terapeutico della consapevolezza è stato riconosciuto e applicato sempre più nelle terapie psicologiche, soprattutto all’interno del comportamentismo cognitivo, attualmente l’approccio dominante alla psicoterapia nel mondo occidentale. Sebbene il potenziale della consapevolezza per la psicoterapia abbia una storia più lunga all’interno delle psicoterapie analitiche e umanistiche, vi sono state poche ricerche sugli esiti di queste applicazioni terapeutiche della consapevolezza in tali approcci.

Oggi, la riduzione dello stress basata sulla consapevolezza (MBSR) e la terapia cognitiva (MBCT), la terapia comportamentale dialettica (DBT) e la terapia di accettazione e impegno (ACT) sono le terapie basate sulla consapevolezza più ampiamente praticate. Poiché il Cognitive Behaviourism ha un’epistemologia scientifica, c’è stata una proliferazione di ricerche empiriche sull’efficacia clinica di queste terapie in relazione a varie condizioni psicologiche. Mai prima d’ora la consapevolezza ha ricevuto tanta attenzione nella psicologia e nella psicoterapia tradizionali.

Core Process Psychotherapy (CPP), una psicoterapia basata sulla mindfulness

La Core Process Psychotherapy è stata sviluppata in Gran Bretagna negli anni ’80 da un gruppo di psicoterapeuti buddhisti tra cui Maura Sills, una psicoterapeuta e insegnante di meditazione buddhista. Sills in associazione con il marito Franklyn Sills hanno integrato la loro esperienza clinica con la meditazione e la mindfulness per creare un approccio psicoterapeutico basato sulla mindfulness (MBP). Il nome “Core Process” si riferisce all’idea che esista un nucleo di esperienza autentica e vitale che è alla base di tutti i fenomeni e processi psicologici. La CPP si orienta all’esserci di questo nucleo, che è considerato una fonte di saggezza e di sostegno per i processi di guarigione. Questi terapeuti inglesi si sono ispirati alla teoria buddhista della mente sviluppando un approccio integrativo alla psicoterapia, che unisce la teoria buddhista con la psicologia occidentale e le neuroscienze.

Sorgente, Essere e Sé

Nella CPP per mappare la nostra esperienza e sofferenza umana viene utilizzato un modello composto da tre territori che sono indicati come Sorgente, Essere e Sé. L’uso di questi termini è influenzato dalla comprensione buddhista del significato di (1) bodhichitta che è lo stato già illuminato, (2) chitta che è il nucleo più profondo e centrale della nostra vita umana come essere, e (3) atta che è il senso del sé che nasce dall’incontro con le condizioni specifiche della nostra vita. Questi tre territori si sovrappongono e coesistono; Sorgente si riferisce alla dimensione trans-personale di ciò che è più grande in cui tutto e tutti sono già connessi, mentre la struttura del Sé, atta, può essere vista come il modo dell’Essere, chitta, di organizzare le risorse a livello fisico, emotivo, psicologico ed energetico. Franklyn Sills sostiene che sia facile identificarsi con le costellazioni del Sé come me: mi identifico con ciò che sento di essere.

Il concetto di chitta o brillante sanità è radicato nella tradizione buddhista ed è utilizzato nella psicoterapia basata sulla mindfulness e si riferisce al nucleo centrale dell’Essere o alla natura fondamentale della coscienza stessa, intrinsecamente chiara, luminosa e libera da ogni tipo di afflizione mentale. Questo concetto è talvolta descritto come la “brillante sanità” o “chiara luce” della coscienza che può essere oscurata da schemi abituali di pensiero ed emozioni.

Importanza del campo relazionale

La relazione Essere-Essere che è alla base della psicoterapia basata sulla mindfulness ha molte somiglianze con la relazione tra madre e bambino. Allo stesso modo Lake sostiene che la relazione psicoterapeutica può essere speciale, soddisfacendo i bisogni dell’essere per la sicurezza, il riconoscimento, l’accettazione incondizionata, il calore e il nutrimento in un modo sintonizzato che sostiene l’emergere di un senso di benessere.

Franklyn e Maura Sills propongono che la formazione di una connessione a livello dell’Essere possa consentire al cliente di sapere più direttamente che lui o lei ha un nucleo incontaminato di consapevolezza che è in qualche modo più, e diverso dal Sé. Conoscere il nucleo dell’Essere attorno al quale è centrato il cuore permette di poter esplorare in modo più ampio e disponibile ciò che è presente. Man mano che le qualità di calore e di cuore iniziano a permeare la propria esperienza, anche la sofferenza e le storie profondamente radicate possono iniziare ad ammorbidirsi e fluidificarsi.

Il campo relazionale nella psicoterapia basata sulla consapevolezza consente al cliente di sviluppare un senso di interdipendenza e connessione. Il terapeuta modella una presenza compassionevole e consapevole, che il cliente può interiorizzare e replicare nella sua vita quotidiana. Il cliente impara a sviluppare auto-compassione e auto-accettazione attraverso l’atteggiamento compassionevole e non giudicante del terapeuta. Il campo relazionale, quindi, gioca un ruolo cruciale nel facilitare la guarigione, l’auto-regolazione e la crescita nella psicoterapia basata sulla mindfulness.

Questo processo relazionale di portare un’attenzione “sapiente” e compassionevole su noi stessi e sui diversi aspetti del nostro essere che sono nascosti, difesi e feriti, ci permette di coltivare una relazione diversa con la nostra esperienza. Una relazione in cui possiamo vederci più chiaramente e aumentare la nostra capacità di affrontare le sfide della vita (e della morte) in un modo più autoregolato e pieno di risorse. È un approccio che si concentra sulla natura intrinseca del benessere che è sempre attingibile in noi ed aiuta a non identificarsi eccessivamente con una particolare condizione patologica o diagnosi psichiatrica.

Evidenze scientifiche e limiti delle mindfulness based psychotherapies

Gli interventi basati sulla consapevolezza si sono dimostrati efficaci nel trattamento di un’ampia gamma di condizioni di salute mentale, tra cui ansia, depressione, disturbo da stress post-traumatico, dipendenza e dolore cronico. Sono necessarie però ulteriori ricerche e studi scientifici per convalidare l’efficacia dell’uso della psicoterapia basata sulla consapevolezza come metodo completo per il trattamento psicoterapeutico, ci sono evidenze che sembrano suggerire si tratti di una forma di terapia sicura ed efficace per molte condizioni cliniche ma i cui limiti non sono ancora chiaramente definiti.

di dott. Paolo B. Casartelli

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