Negli ultimi anni, il concetto di mindfulness ha acquisito sempre più rilievo non solo nell’ambito clinico, ma anche in settori apparentemente distanti, come la nutrizione e la sostenibilità ambientale. La crescente consapevolezza dell’impatto che le scelte alimentari hanno sulla salute del pianeta e sull’equilibrio individuale ha portato ricercatori e professionisti a interrogarsi su come la consapevolezza possa influenzare le nostre abitudini a tavola. Un’interessante revisione della letteratura (Pompili & Carfora, 2025) ha esplorato il legame tra mindfulness, mindful eating e alimentazione sostenibile, facendo emergere spunti rilevanti per la pratica psicologica.
Mindfulness e scelte alimentari sostenibili
Le evidenze raccolte mostrano che, in generale, una maggiore predisposizione alla mindfulness è associata a una maggiore probabilità di adottare comportamenti alimentari sostenibili. In particolare, le persone più consapevoli tendono a consumare più alimenti di origine vegetale, biologici, locali e stagionali. Inoltre, emerge una maggiore intenzione a ridurre il consumo di proteine animali, avvicinandosi così a modelli alimentari più ecocompatibili, come la dieta mediterranea o vegetariana.
Nonostante questa associazione positiva, la mindfulness può anche aumentare la sensibilità verso emozioni sgradevoli, come il disgusto, che possono ostacolare l'accettazione di cibi sostenibili ma culturalmente poco familiari (ad esempio, gli insetti come fonte proteica). Questo fenomeno è stato spiegato attraverso la Monitor and Acceptance Theory, secondo cui la mindfulness si compone di due elementi: il monitoraggio dell’esperienza e l’accettazione. Quando manca l’accettazione, la maggiore consapevolezza delle emozioni può rendere più difficoltoso affrontare stimoli negativi.
L’importanza del contesto: gruppo, riflessione e apprendimento
Un altro dato interessante riguarda gli interventi basati sulla mindfulness. In molti studi, sia gli interventi mindfulness che le attività di gruppo di controllo hanno portato a un miglioramento dell’atteggiamento verso un’alimentazione più sostenibile. Ciò suggerisce che non sia la sola mindfulness a produrre un cambiamento, ma piuttosto la creazione di spazi di riflessione, condivisione e apprendimento. Attività strutturate in gruppo, che includano contenuti educativi e occasioni di confronto, sembrano potenziare gli effetti positivi della consapevolezza.
Per gli psicologi, questo apre un importante spiraglio: gli interventi possono e devono andare oltre la semplice pratica individuale. La dimensione relazionale e sociale ha un ruolo fondamentale nell’attivare processi di cambiamento più profondi e duraturi.
Mindfulness come tratto o come pratica?
Un nodo cruciale nella letteratura riguarda la definizione stessa di mindfulness. Alcuni studi la trattano come un tratto stabile della personalità, valutato tramite questionari self-report. Altri, invece, la considerano uno stato transitorio, attivabile tramite pratiche specifiche. Questa distinzione non è banale: i risultati variano significativamente a seconda dell’approccio adottato.
Le ricerche che si concentrano sulla mindfulness come tratto mostrano correlazioni più forti con comportamenti alimentari sostenibili. Tuttavia, gli studi sperimentali che propongono pratiche di consapevolezza a soggetti non esperti incontrano maggiori difficoltà nel produrre cambiamenti comportamentali immediati. Questo suggerisce che l’efficacia della mindfulness potrebbe dipendere dal grado di esperienza e impegno nella pratica.
È importante ricordare che la pratica regolare della mindfulness può aumentare i livelli di mindfulness come tratto. Pertanto, anche se gli interventi iniziali non producono risultati eclatanti, potrebbero avere effetti positivi nel lungo termine, sviluppando una maggiore sensibilità verso l’ambiente e le proprie scelte alimentari.
Quale mindfulness? Quale sostenibilità?
Un’altra criticità emersa è la forte eterogeneità nelle definizioni operative utilizzate negli studi. La mindfulness viene misurata con strumenti molto diversi tra loro, alcuni focalizzati sull’attenzione al momento presente, altri sull’accettazione, altri ancora sulla regolazione delle emozioni. Lo stesso vale per la “nutrizione sostenibile”: alcuni studi la identificano con la scelta di prodotti locali e biologici, altri con la riduzione del consumo di carne, altri ancora con la promozione della salute personale in sinergia con quella ambientale.
Questa variabilità rende difficile confrontare i risultati e trarre conclusioni generalizzabili. Per la ricerca, è urgente definire criteri condivisi e strumenti standardizzati, in modo da poter comprendere quali aspetti della mindfulness (e del mindful eating) influenzano realmente le scelte alimentari, e in quale direzione.
Lo psicologo tra consapevolezza, educazione e sostenibilità
Per gli psicologi, questi risultati offrono spunti applicativi importanti. La mindfulness può essere un alleato nella promozione di comportamenti alimentari più sani e sostenibili, ma solo se integrata in un contesto educativo e relazionale. È fondamentale proporre interventi strutturati che uniscano la pratica di consapevolezza a contenuti informativi sulla nutrizione e sull’impatto ambientale delle scelte alimentari.
Inoltre, lo psicologo può giocare un ruolo chiave nell’aiutare le persone a riconoscere e accettare le proprie emozioni legate al cibo – come il disgusto, la colpa o la confusione – promuovendo un atteggiamento curioso e non giudicante. In questo modo, è possibile ridurre le resistenze verso pratiche alimentari nuove o culturalmente distanti, e favorire una maggiore apertura al cambiamento.
Infine, lo psicologo può contribuire a costruire comunità consapevoli, facilitando percorsi di gruppo, spazi di confronto e riflessione condivisa, dove le persone possano esplorare insieme i valori della sostenibilità e dell’etica alimentare.
Conclusione
La relazione tra mindfulness e alimentazione sostenibile è promettente, ma complessa. Non basta essere consapevoli per cambiare: serve un approccio integrato, che tenga conto delle emozioni, della cultura, dell’educazione e del contesto sociale. Gli psicologi hanno le competenze per accompagnare questo cambiamento, offrendo strumenti che facilitino la connessione tra consapevolezza individuale e responsabilità collettiva.
Promuovere scelte alimentari più sostenibili non è solo un gesto ecologico, ma anche un atto psicologico di consapevolezza e cura verso sé stessi e il mondo.
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BIBLIOGRAFIA
Pompili, S., & Carfora, V. (2025). The Role of Mindfulness and Mindful Eating in Sustainable Food Choices: A Scoping Review. Mindfulness, 1-24.