Nell’articolo precedente abbiamo visto come l’utilizzo del tapping sia efficace e rapido, e porti risultati che durano nel tempo. In questo articolo analizzeremo le ultime tre assunzioni di Feinstein (2021) trattando dei correlati neurobiologici del tapping e dei suoi possibili meccanismi di azione. 

I protocolli di tapping producono cambiamenti nei marcatori biologici 
Un modo per rilevare misure oggettive del cambiamento è misurare i marker biologici pre e post trattamento. In particolare, dopo i protocolli di tapping sui punti di agopuntura sono stati trovati:
- cambiamenti desiderabili a livello ormonale, cardiovascolare e immunitario, in particolare: una riduzione del livello di cortisolo (l’ormone dello stress), del battito cardiaco a riposo e della pressione sanguigna, insieme ad un aumento della produzione della Immunoglobulina A, un anticorpo indicatore del buon funzionamento del sistema immunitario;
- cambiamenti nell’espressione genica nei geni coinvolti nell’apprendimento, nella regolazione delle emozioni, nella neuroplasticità, nella connettività sinaptica e nella costruzione della materia bianca del cervello;
- cambiamenti nelle onde cerebrali: studi di neurofeedback che hanno monitorato le onde cerebrali in tempo reale con EEG, hanno rilevato disordini delle onde cerebrali mentre il cliente era focalizzato su pensieri stressanti. Al contrario, con il progredire della sessione di tapping, hanno rilevato dei cambiamenti nelle onde cerebrali corrispondenti ad uno stato di riduzione dello stress, una maggiore sincronizzazione tra gli emisferi e in generale un’ottimizzazione dei rapporti tra le onde cerebrali;
- cambiamenti nel flusso sanguigno nelle aree cerebrali coinvolte: uno studio con fMRI con EFT per trattare le voglie alimentari, ha rilevato una riduzione significativa del flusso sanguigno nelle regioni cerebrali coinvolte nel craving in presenza di cibo desiderato.

Il tapping sui punti è un ingrediente fondamentale per gli effetti clinici dimostrati
Nei protocolli di tapping, il tapping non è l’unico fattore terapeutico attivo. Sei studi hanno cercato di isolare il tapping dalle altre componenti confrontando altri protocolli identici se non per la componente del tapping sostituendolo con terapie affini (respirazione diaframmatica, mindfulness o tapping su punti non di agopuntura). In tutti i casi sono stati rilevati risultati significativamente migliori nel gruppo del tapping rispetto agli altri gruppi. I sei studi sono stati presi in considerazione in una rewiew e metanalisi che ha concluso che il tapping sui punti di agopuntura è un componente attivo e ingrediente fondamentale dei protocolli di tapping. 
Ma perché il tapping sui punti di agopuntura dovrebbe apportare dei benefici a livello psicologico? È stato dimostrato che i punti di agopuntura hanno delle caratteristiche fisiologiche specifiche rispetto agli altri punti del corpo. Nello specifico questi punti hanno una maggiore conduttività elettrica con un corrispondente minore resistenza elettrica, e molti di essi si trovano nelle vicinanze di numerose terminazioni nervose. Che questi punti vengano punti con aghi o premuti, l’effetto è lo stesso: questo si spiega tramite il meccanismo della trasduzione meccanosensoriale, che produce elettricità a partire dalla pressione. Inoltre, la maggior parte dei punti di agopuntura si trova vicino al tessuto connettivo, che essendo fatto di collagene, è un buon conduttore e può raggiungere varie parti del corpo più rapidamente rispetto alle vie nervose e questo spiegherebbe la particolare rapidità del tapping. Infine, alcuni punti, se stimolati, mandano segnali direttamente al cervello e questo è di grande rilevanza per la psicoterapia. 

La stimolazione di punti di agopuntura selezionati invia segnali che possono aumentare o diminuire l’attivazione in specifiche aree del cervello.
Uno studio ha applicato il tapping sui punti di agopuntura alla gestione del peso, ha utilizzato immagini fMRI pre- e post-trattamento. Le foto di cibi ad alto contenuto calorico che attivavano fame e desiderio nei soggetti in sovrappeso inviavano sangue alle aree del cervello associate alla fame e al craving. Dopo quattro settimane di sessioni di gruppo di tapping sui punti di agopuntura, della durata di due ore settimanali, le stesse immagini alimentari producevano poca o nessuna attivazione fMRI in quelle aree cerebrali. La ridotta attivazione cerebrale corrispondeva a una diminuzione del desiderio per quei cibi. In uno studio di neuroimaging su una sessione di tapping sui punti di agopuntura che ha eliminato con successo una fobia del volo, il trattamento, oltre che ridurre l’attività nelle aree cerebrali coinvolte nella risposta di paura, ha anche aumentato l’attività nelle regioni esecutive frontali, coinvolte nelle scelte razionali e nella gestione delle risposte emotive in situazioni stressanti. 

Conclusioni
Partendo da queste evidenze Feinstein ipotizza una possibile spiegazione dei meccanismi di azione del tapping:
1- La stimolazione dei punti di agopressione (tapping) attraverso il meccanismo di trasduzione meccanosensoriale trasmetterebbe segnali in modo quasi istantaneo in parti del corpo anche molto lontane dal punto stimolato.
2- Questi segnali possono disattivare l’attivazione dell’amigdala e di altre aree del sistema limbico.
3- In alternativa, possono aumentare l’attivazione in aree del cervello coinvolte nelle funzioni esecutive, potenziando capacità come la pianificazione o la gestione dello stress.
4- Le parole o le immagini che il terapeuta chiede alla persona di evocare durante il tapping attivano aree cerebrali che governano le tematiche affrontate.
5- Le aree cerebrali stimolate da parole e immagini sembrano attrarre gli impulsi generati dal tapping, facendo sì che i segnali di attivazione o disattivazione raggiungano strutture neurologiche clinicamente rilevanti. Questo permette al terapeuta una precisione insolita nel mirare gli interventi agli esiti desiderati.

In conclusione, il tapping si rivela uno strumento, basato su un approccio bottom-up evidence-based, che può essere utilizzato come tecnica autonoma o come strumento integrativo in altri modelli. 


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BIBLIOGRAFIA

Feinstein, D. (2021). Six empirically-supported premises about energy psychology: Mounting evidence for a controversial therapy. Advances in Mind-Body Medicine, 35(2), 17–32.