Il mondo in cui viviamo è fortemente orientato a tutto ciò che ha un impatto visivo. 
La nostra giornata è “piena di visioni”. Dovunque ci giriamo troviamo cartelloni pubblicitari, schermi piccoli, medi e grandi, effetti, filtri, colori, luci: tutto è immagine.
L’immagine è immediata, tanto che le immagini arrivano sessantamila volte al nostro cervello più veloci di un testo, questo perché le immagini sono elaborate con più velocità. 
Le immagini inoltre parlano una lingua universale, e se il 93 % della comunicazione si stima essere non verbale, ecco che l’immagine è appannaggio di tutti. 
Le immagini infine, hanno un forte impatto emotivo: un’immagine può impaurirci, può farci soffrire, può farci piangere, o al contrario, può farci ridere, divertire, o emozionarci.

Per i bambini, poi, la televisione è la grande scatola magica che li affascina, ma che nasconde insidie. C’è chi la usa come una “compagnia”, che tuttavia è pur sempre virtuale, e che bombarda i bambini di immagini e contenuti che non sempre hanno le competenze per capire. 
È ormai diffusa l’opinione che la televisione prima dei tre anni di vita sia altamente sconsigliata, dato che numerosi sono gli studi che dimostrano come un abuso della visione della televisione prima dei tre anni porti a un rallentamento dello sviluppo cerebrale, correlato da problemi di insonnia e ritardi nel linguaggio. 
Dalle sue ricerche, il Dr. D. Christakis ha scoperto che i danni iniziano a mostrarsi a partire dai sette anni d’età, con gravi problemi di attenzione*. 
Ricerche del 2008 condotte in Nuova Zelanda indicano, inoltre, una correlazione tra le ore trascorse davanti la televisione durante l’infanzia e problemi cardio-circolatori e di obesità in età adulta. 
In uno studio del 2005, il dott. Zimmerman dell'Università di Washington ha dimostrato che un abuso della televisione in età precoce aumenta la probabilità di manifestare episodi di bullismo tra i 6 e gli 11 anni. 
Studi del 2009 dell’Università di Pittsburgh hanno messo in luce che per ogni ora di televisione guardata dai bambini, aumenta in modo significativo la probabilità di ammalarsi di un disturbo depressivo dopo i sette anni. 
Tutte le ricerche, e potremmo citarne molte altre, dimostrano che l’esposizione continua soprattutto in età infantile alla televisione ha effetti, anche molto rilevanti, sul benessere psicofisico dei futuri adolescenti, giovani adulti ed adulti. 
Per prevenire l’insorgere di tali problematiche, i bambini dovrebbero avere regole e riferimenti chiari e precisi affinché il loro benessere psico fisico venga salvaguardato. 
Si sa, la tv non andrebbe accesa durante i pasti; i bambini non dovrebbero avere una tv nella loro cameretta; non ci si dovrebbe addormentare con le voci della televisione e la luminosità dello schermo; non si dovrebbe tenere accesa la televisione quando si svolgono i compiti; dovrebbero essere stabiliti tempi chiari per guardare la televisione, concordando insieme la scelta dei programmi, motivando ai bambini anche i “no” autorevolmente espressi. Guardare insieme la tv può invece diventare uno spunto di dialogo che sia di aiuto allo sviluppo del pensiero critico.
Ma se sono così tanti e importanti gli aspetti negativi dell’esposizione alla televisione, è possibile utilizzare la Movie Therapy con i bambini? Assolutamente sì, a partire dai sei anni. 

Cosa vedere e Come vederlo? Lo scopriremo nel prossimo articolo.


*“Christakis D.A., et al. (2004). Early television exposure and subsequent attentional problems in children. Apr;113(4):708-13.”

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